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Sunday, November 22, 2020

Thursday, November 19, 2020

Tuesday, November 17, 2020

Sunday, November 15, 2020

GENERAZIONE 1000 EURO

 

Una donna ci mette meno di 7 secondi a capire se le interessa un uomo. Una capacità di attenzione  inferiore a quella di un bambino infetto all’ADHD. Ma sicuramente una donna questa seconda parte una donna non l’ha sicuramente letta. Cosa cambia questa introduzione negli effetti della vita di tutti giorni? Cambia che il 95% delle persone legge meno di un libro all’anno. Quindi se siete arrivati a questo punto avete già alzato la media perché il libro potrebbe finire a questo paragrafo. Tutto deve essere comprensibile in un post su un social

FINE DELL’INTRODUZIONE



CAPITOLO 1

Lucy, così si faceva chiamare. Sapeva perfettamente perché si era messa a correre, poi chiusa in bagno e messa di nuovo a piangere. Con il trucco che bagna la carta igienica, come fosse con l’eleganza di una bambina. Quando era partita col suo progetto sembrava la sua vita fosse infallibile, l’importante era avere un piano lucido. Ma ora si sentiva solo insufficiente di fronte al mondo. E mentre le passavano le immagini come pixel su un cinema bussarono alla porta. Ma Lucy era parecchio indaffarata, ormai caduta a terra. Prese una sigaretta e inizio a fumare con gente in coda fuori dal bagno, neanche se ne era accorta, come l’incoronazione di un piano perfettamente lucido. Un piano che doveva elevare la sua carriera, una programmazione che aveva definito Rocka&Roll.

 

Da l’altra parte c’era Mark il guardiano del bagno che si mise a contare. Quandò Mark finì di contare i numeri che conosceva sfondò la porta. Tra la cenere delle sigarette, i mozziconi, e i rotoli di carta igienica c’era Lucy. Mark vide che Lucy era più traslata che una donna dall’aspetto umano. “Hai occupato il bagno per un ora. Credevamo stessi male, o peggio morendo”. No, non era ancora morta, l’idea non la sfiorava. Non le sfiorava l’idea che lo fosse già. Immaginava grigi e palazzi argentati in mezzo ad una pianura di pini. E lei era l’unica abitante, dei gattino da compagnia ma che non si sarebbero curati di lei neanche per sbaglio. Invece era stata licenziata di lunedì. E certo quella per cui lavorava era una casa discografica piccola, ma con un grande margine di crescita e aggressività sul mercato. E così aggressivo che al secondo album scritto per sua mano, Lucy era stata declassata a doppiare un audiolibro e poi licenziata. Perchè la sua esperienza costava troppo. Troppo a 21 anni.

 

Non vi erano presenti servizi sociali per lei, non era matta. L’economia non era una malattia descritta nel manuale delle diagnosi. Non ancora, non finchè non le arrivava la nuova bolletta della luce.. Mark chiese nella più totale normalità: “Cosa fai? Perché ti senti così?” Un giorno Dio dovrà chiedere perdono per tutto il male fatto, pensò Lucy anche se non era ebrea. Prese la mano di Mark e si alzò da terra. Attraversò la folla con una mano a lato degli occhi e l’altra toccandosi il ventre. Ci mise due minuti abbondanti per fare otto metri, la calma era tutta sua. La fila per il bagno riprese

 

CAPITOLO 2

A quel punto quel Lucy poteva fare era qualche lavoro manuale come la cassiera o le pulizie. Qualche lavoro utile alla società, per alcuni umile e degradante per altri un lavoro che se con la giusta paga in fondo come altri.

 

Coi tempi moderni bastano dieci minuti al giorno per inviare i cv e un cellulare. Cellulare, un bene indispensabile appunto per trovare lavoro, ma che se visto in mano ad un immigrante è considerato come un bene di lusso. Passarono due giorni e Lucy aveva finito i soldi per pagare le bollette. Con l’energia che l’era rimasta nei power bank ricaricò il cellulare e trovo il modo di fare 3 colloqui. Quando fece il colloquio come commessa in un salone di bellezza le fecero la seguente domanda discriminatoria: “Perché cerchi lavoro?”. E Lucy: “Ho esperienza come artista, e il lavoro mi serve per pagare l’aria che respiro. Non si arriva a fine mese con le proprie passioni nella normalità dei casi. Ma potrei metterci la stessa passione come nel canto e nel suonare il piano anche a vendere cosmetici, perché è il servizio che darei ad dei clienti disposti a pagare”.

 

Ormai il suo sviluppo nell’arte era distrutto ma quella risposta fu più che sufficiente per avere un lavoro.  Sufficiente anche se non era lo stile Rock&Roll che desiderava. Era un tocco di classe. “Sai abbiamo avuto clienti particolari qui al salone bellezza. Abbiamo avuto clienti come Caparezza e Boris Johnson . Ma anche molta altra gente” disse la selezionatrice.

 

Tornata a casa le arrivò sul telefono una di quelle notifiche automatiche. Era l’anniversario della morte di sua madre. Così postò sui social: “La morte non ha alcun potere sull’amore, specialmente l’amore di una mamma. Per questo motivo madre vivrai per sempre nel  cuore di chi ti ricorda, Lucy.” Si buttò a letto. Si lanciò con una certa leggerezza che per poco non rimaneva per terra. Con due occhiaie rimase lì in uno stato di presa e flusso di coscienza. Non era solita a farsi cadere il mondo addosso. Ma stava passando. Con le stime di vita del tempo in cui viveva molto  probabilmente aveva altri 47 anni di lavoro e 65 anni di vita. Finalmente aveva trovato un lavoro a tempo indeterminato. Non aveva più la madre e il padre era troppo che non lo vedeva. Gli amici? Si forse qualcuno, ma qualcuno se lo sarebbe fatto. Vive sola. Questa è la generazione 1000 euro

Saturday, May 16, 2020

Il curriculum di Di Maio mi fa una pippa




Io Luca e Lucia abbiamo fondato il primo triumvirato e mezzo più potente dal 73 a.c. ossia il più potente triumvirato e mezzo più potente di sempre. Ed è proprio stato fondato durante il periodo di Coronavirus e sinceramente non abbiamo ancora definito a cosa serve questo gruppo di potere. Ma abbiamo scelto alcune linee guida. Per esempio di seguire i decreti di Conte in modo più rispettivo e quindi ci vedremo con distanza l’uno dall’altro di almeno di 10 km. Poi c’è il decreto di uscire di casa solo per neccessità, il che vuol dire che non esercitando il nostro potere su nessuno non ci sarà mai bisogno di uscire di casa. Staremo ognuno a casa sua, con case almeno a 10 km ognuno dall’altro. Poi c’è il fatto che si può uscire di casa solo per lavoro, soluzione trovata anche in questo caso: tutti e tre siamo disoccupati. C’è un eccezione a tutte queste regole. Possiamo chiedere i famosi 600 euro di rimborso di marzo che con i tempi che ha l’INPS li avremo nel 2050.
Alla prima riunione di gruppo fatta l’11 marzo abbiamo analizzato la situazione e abbiamo notato che avrebbero dato la laurea in medicina col processo breve e con la nostra sfera di influenza ci siamo iscritti all’università e abbiamo ottenuto la laurea di medicina in una settimana. La nostra organizzazione è piccola ma ha un elevato tasso di crescita. In vista della maturità a giugno ci siamo anche iscritti ai corsi di liceo classico, scientifico, artistico e corsi come alberghiero e geometra. Contiamo che ognuno ottenga tutti e 5 diplomi e con un punteggio di 99 centesimi per non destare sospetti.
Abbiamo fatto una seconda riunione il 3 aprile e abbiamo constatato che con i nostri diplomi, se avessimo fatto un po’ di praticantato come bibitari negli stadi presto saremmo diventati prima capi di partito e poi ministri e dopo  un mandato avremmo avuto il vitalizio. Insomma bricioline per un triumvirato ambizioso come il nostro ma almeno sarebbe stato un obbiettivo raggiungibile.

Lo so in un mese abbiamo ottenuto 5 diplomi, una laurea decennale e in 5 anni abbiamo pagato sufficienti contributi per vivere i prossimi 70 e che chi ci critica dice che avremmo potuto fare di meglio come affacciarci da un balcone abolendo la povertà. Ma umili cittadini compiono azioni piccole.

Friday, July 5, 2019

Week-end tipo


E’ stata una settimana di fuoco: lavoro, un corso serale di informatica, e allenamenti in palestra prima di cena. Per tutta la settimana sono stato 16 ore al giorno fuori casa mangiando una schiscetta a pranzo e cenando tardi. Quando tutto iniziò erano le dieci di sera e avevo appena finito l’ultimo giorno del corso di informatica. Mi aspettavano 50 minuti di spinning e 30 di pesi per le braccia. Insomma chiudevo la mia routine. Premetti velocemente il pulsante dell’ascensore, non vedevo l’ora di andarmene da quel grattacielo in periferia di Milano. Ero sfinito. Molti trovavano al corso l’insegnante molto digressivo, a dir poco noioso. Sul professor Daniele invece ero positivo. Vedevo il cervello mezzo pieno. Ed ecco anche perché ero stanco. Arrivato l’ascensore vi entrai e con la stessa fretta premetti il pulsante per scendere. Mi feci i dodici piani rispondendo ai messaggi, fischiettando e pensando che finalmente mi sarei andato a sfogare in palestra. Mi è arrivata una mail. Speravo fosse una multa, invece era un invito ad un matrimonio. Detto questo uscito dal grattacielo imboccai la via per andare alla metro. Sulla strada vidi un fotografo che al buio faceva delle foto ad una siepe. Mi fermai a guardare un attimo. Lui se ne accorse. “Vedi li? Non vorrei avvicinarmi troppo ma mi sembra di vedere un cadavere di un barbone. Nessuno gli importerà di fare qualcosa perché non ha nessuno ed è senza documenti”. Mi strusciai al di là di questa persona e vidi la stessa cosa. “Io per non saper ne leggere ne scrivere chiamo la polizia” gli dissi. “Ok fallo pure però quando arrivano non voglio esserci, anzi me ne vado prima che dicano qualcosa. Comunque piacere sono Mattia”. Costui se ne andò senza troppi indugi. Chiamai la polizia. Notai che il barbone era senza capelli e mi venne in mente che anche il mio parrucchiere era pelato. Poi arrivarono due auto della polizia che mi fecero il quarto grado su come avevo trovato il barbone, se lo conoscevo, se c’erano altri che a mia discrezione lo avevano notato. Lo avevo incocciato per puro caso, non lo conoscevo e poi mi portarono in centrale a firmare la testimonianza e addio allenamento in palestra. Conclusi con il mio motto: “More lama less drama” e feci degli esercizi a casa. Presi la bici e uscii per un oretta abbondante a pedalare.” Ormai quando tornai a casa era l’una di notte. Cena, doccia e a letto. Di notte sognai il mio parrucchiere pelato che mi rasava i dread. Quando mi svegliai alle 4 di notte per andare in bagno mi accorsi che i dread non li ho mai avuti.
 
Sabato mattina feci la levataccia alle 12 pranzai e mi arrivò una mail dalla polizia che mi convocava per riesaminare i fatti in merito al barbone. “Vabbe, tempo perso, ma era la cosa giusta da fare” pensai. Poi pensai che quel Mattia che faceva le foto aveva la faccia da donna. Per questo aveva il nome che finisce per A. Tra tutte queste cose dovevo riempire il tempo prima di uscire alla sera. Presi dallo scaffale un libro intitolato: “2 milioni di modi per migliorare la memoria, anche se ne basta ricordarsene 1 milione”. Interessante. Poi uscii. Mentre mi preparavo pensavo a Valentino Rossi che da bambino doveva essere sicuramente un ciccione. Poi si mise a fare un po’ di moto. Io, Luca, Filippo e Anna andammo a prendere una birra. Raccontai la mia settimana senza perdere troppo tempo sulla faccenda del barbone. Poi anche gli altri raccontarono la loro settimana lavorativa. Luca, che fa il cameriere, durante un servizio si era avvicinato ad un tavolo, la cliente si è girata grossolanamente così che Luca le fece rovesciare tutti i caffè bollenti sulla schiena. Poi si è urtato con un collega che portava i bicchieri al bancone. Ed infine litigò con la capo sala. Mi chiedo con che metodo selezionino il personale che invio il cv. Filippo invece fa il pizzaiolo. Si è fatto uno sfregio al dito aprendo una scatola di pelati e gli anno dato 9 giorni di malattia. Anche li voglio inviare il cv. Anna invece è una tedesca di cui non ho ancora imparato a pronunciare il cognome. Fa la baby-sitter in una famiglia alla sera e al mattino fa l’insegnante madrelingua di tedesco, anche se l’italiano lo mastica come se fosse in vacanza. Qui devo capire bene come ottenere il lavoro dopo che se ne torna il Germania. In realtà sono bipolare. No, non è vero. Alle 00:33 presi l’ultimo treno per tornare a casa. A casa mi misi online a leggere le notizie che ormai erano le solite: migranti, dichiarazioni  dei politici, economia in crisi. Poi andai a correre. Effettivamente faccio orari un po’ strani, ma per correre ci vogliono motivazione, costanza,e spirito pratico. Tranne quando a casa hai un kebab d’asporto per cena. Arrivato a casa mi è arrivato un messaggio di Luca: “Mi sono dimenticato di chiederti: ma la ragazza?”. La mia ragazza è lesbica gli risposi. E andai a letto.
 
Il giorno dopo era domenica e ci fu la consuetudine levataccia delle 11. Quel giorno era l’anniversario della morte del mio vicino. Mi ricordo perfettamente le sue ultime parole: “Ahhh un palo!!”. Malgrado tutto non andai a funerale di memoriale. Non me ne fregava granchè. Andai alla cena di addio coi vicini di casa solo perché il conto è alla Romana e perché si attiva l’operazione patata con le vicine single. Una vicina di casa ha preso un caffè decaffeinato con zucchero senza saccarosio in una tazzina di plastica. Che sfigata. Poi tornai a casa dopo la cena. Mi pesai per vedere cosa avevo preso di peso durante la cena. Notai di avere un fisico da Dio. Il dio è Buddha. Motivo per cui decisi di dire basta di bruciare i grassi. Ora bruciamo i magri. E con questo finisce il mio week end tipico

 

Monday, March 25, 2019

Commento Stramilano


C’è un uomo in giacca e cravatta. Sta guidando la sua Ferrari gialla in centro a Milano. E anche se è domenica sta andando ad una riunione con importanti clienti. Dopo poco viene fermato da un blocco stradale. Non si può passare, ci sono le forze dell’ordine che hanno bloccato la strada. Lui un attimo aspetta. Poi guarda le lancette dell’orologio, poi il blocco stradale e di nuovo le lancette. A quel punto l’uomo in giacca e cravatta sulla Ferrari gialla urla: “Fatemi passare ho i clienti giapponesi”. Certo, ma quella mattina c’è qualcosa di trascendentale ed epico. Ed’ è la grandeur di Milano: passano i 7000 della Stramilano. Forse tra i 7000 ci sono anche i giapponesi e il milanese in giacca e cravatta deve contarli uno ad uno per vedere se i suoi clienti sono tra i podisti.

Questo è il clima che si vive a Milano: strade chiuse, chi non corre delira, chi corre o è tra i 50 mila della 10km o tra i 7 mila della 21,1km. E’ la grandeur lombarda e tra le più importanti di Italia ed Europa. Era il 2016 la prima volta che la corsi e all’epoca non mi ero ancora trasferito a Milano. Ora mi sono allenato a fare la mezza di casa.

A differenza di chi è a favore della corsa “naturale” io sono un sostenitore della corsa “semplice”: devi avere meno cose possibili addosso (solo abbigliamento sportivo), se arrivi coi mezzi alla gare e in giornata meglio, se fai la trasferta è meglio farla in gruppo, mai fare percorsi nuovi da soli, essere in grado di fare almeno 15 km senza bere, e se bevi è meglio che ci siano fontanelle sul percorso perché più snella la corsa meglio è. Per me è una manna non dover far strada per andare quindi alla gara: esco di casa e il raccordo che c’è fino a piazza castello è il riscaldamento.

 

Inizio con le procedure stamdard: consegna borsa al deposito, riscaldamento, streching, qualche allungo e poi la parte più importante: le pubbliche relazioni pre gara. Ad una gara così partecipata è impossibile non trovare qualcuno che si conosce. Così qualcuno che sa che ho l’abitudine di arrivare presto mi fa “Ma alle nove ti stai già scaldando? Sei qui dall’anno scorso?”. Non proprio sono li solo dalle sette di mattina. E sono arrivato a piazza castello a passo di Moonwalk. E allo stesso modo entro in griglia di partenza un attimo prima dello sparo. 3… 2… 1… boom si parte

 

Purtroppo vedo una ragazza travolta dalla massa che cade a terra e altri che non riescono ad evitarla. Qualcuno le allunga la mano (ma solo per darle una mano). Poi a parte quell’incidente tutto il resto della gara è tranquillo, almeno secondo la mia esperienza. Durante la gara corro con Mara Minato fino a metà, poi sono costretto a proseguire da solo. Ma fortunatamente ho trovato altri con cui correre fino alla fine al mio stesso passo. Chiudo in 1:33:22 e 777 assoluto su 7600 iscritti circa.

 

Dopo con l’ex socio Valerio Carpi andiamo in bar a farci una birretta, questi tipo di ristori li chiamo “per la sacrosanta dieta dello sportivo”

 

Valutazione della gara (da 0 a 5 stelle)

Location e logistica: 5 stelle

Milano è sempre Milano, percorso in centro , piano, curve morbide ad eccezione di una indicativamente al 2 km a gomito

Servizi e personale 4 stelle

Personale compreso tra sicurezza, forze dell’ordine, medici e non dimentichiamoci i volontari e giudici FIDAL. Nei servizi c’erano ristori con spugnaggi, gare separate per partenze e orari, deposito borse  presente e ristori presenti a distanza costante. Non do 5 stelle per l’assenza di docce e spogliatoi.

Organizzazione in generale e servizi in più dall’ordinario: 5 stelle

Organizzazioni vari tra società, comune, medici etc perfettamente cordinati tra loro. Flusso di persone gestito dando il pacco gara giorni prima della gara, partenza gestita a griglie, expo organizzata durante la consegna dei pettorali, un ottima risposta da parte del mercato (52 mila alla 10km e 7600 persone alla 21).

 

Organizzazione percorso: 4,5  stelle

Le due gare 10km e 21 km gestite in due partenze e orari separati e fatte in pieno centro e gestite con griglie. Unica pecca la mezza sul mio gps misurava 21,38. Anche se non penso centri la società ci sono state alcune persone travolte dalla massa alla partenza, che comunque non si sono fatte male da dover chiamare l’ambulanza. Il motivo per cui non do 5 stelle se pur molto veloce come percorse è proprio per una questione di precisione: non era esattamente 21,0975 km. Infatti il mio tempo sarebbe stato un minuto in meno . In generale ho notato tifo su tutto il percorso soprattutto indipendentemente dal punto della gare

 

Media aritmetica: 4,5

 

Con questo saluti a tutti e buone corse